Contatore monofase o trifase: vantaggi, costi e quando conviene cambiare
Contatore monofase o trifase: vantaggi, costi e quando conviene cambiare
FAQ
Il trifase è utile anche per le abitazioni domestiche?
Sì, per famiglie con consumi elevati evita distacchi frequenti e permette una gestione migliore di apparecchiature energivore, migliorando la stabilità dell’impianto elettrico domestico.
Quanto tempo occorre per completare il passaggio da monofase a trifase?
La richiesta al fornitore richiede fino a 2 giorni, la gestione dal distributore circa 5 giorni e l’installazione del contatore fino a 20 giorni. In caso di ritardi, ARERA prevede indennizzi da 30 a 105 euro.
Alessandro Porchera è un esperto di vendite e account management nel settore energetico, attualmente Head of KAM Italy e CSS Manager Spain presso Papernest. Vanta oltre 7 anni di esperienza nella gestione di team commerciali e nello sviluppo di strategie di vendita per soluzioni energetiche, con un track record consolidato in diversi mercati europei.
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Il passaggio da contatore monofase a contatore trifase comporta diverse implicazioni tecniche ed economiche. In questa guida vengono illustrate le principali considerazioni relative all’installazione, alla potenza disponibile, ai tempi medi dell’intervento e agli indennizzi previsti dall’ARERA in caso di ritardi.
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Differenze tra impianto monofase e impianto trifase
La scelta tra impianto monofase e impianto trifase dipende dalle esigenze di potenza e dal tipo di utilizzo dell’energia elettrica.
Il monofase è generalmente adatto agli ambienti domestici, mentre il trifase è indicato per contesti industriali o per installazioni che richiedono potenze elevate.
La tabella seguente riassume le principali differenze tecniche e operative tra i due sistemi.
Caratteristica
Impianto Monofase
Impianto Trifase
Numero di fasi
1 fase + neutro
3 fasi + neutro
Potenza tipica
Ideale per usi domestici e potenze moderate
Indicata per contesti industriali o potenze elevate
Applicazioni
Apparecchi domestici, illuminazione
Macchinari industriali, laboratori, grandi impianti
Distribuzione energia
Meno equilibrata, adatta a carichi limitati
Equilibrata su tre fasi, gestisce carichi elevati
Come scegliere tra monofase e trifase
La scelta tra impianto monofase e trifase dipende principalmente dalla potenza necessaria e dal tipo di apparecchiature da alimentare.
In generale, il passaggio a un impianto trifase è consigliato quando i consumi superano i 6 kW, come nel caso di abitazioni con pompe di calore, impianti di climatizzazione, colonnine per la ricarica di veicoli elettrici o altri elettrodomestici ad alta potenza.
Il trifase distribuisce l’energia in modo più equilibrato, riducendo il rischio di sovraccarichi e migliorando la gestione dei carichi elevati.
✅ Potenza richiesta: valutare se le esigenze superano i 6 kW o il limite standard di un impianto domestico monofase.
💻 Tipo di apparecchiature: considerare la presenza di dispositivi ad alto consumo o sistemi che richiedono alimentazione stabile, come pompe di calore o climatizzatori.
🛠️ Limiti del distributore: verificare se il gestore impone restrizioni per potenze elevate o passaggi a un sistema trifase.
Documenti necessari per il passaggio da monofase a trifase
Per richiedere il passaggio da un impianto monofase a uno trifase (o viceversa) è necessario fornire alcuni documenti e informazioni fondamentali.
Di seguito l’elenco completo di ciò che occorre predisporre:
Codice POD: identificativo univoco del punto di prelievo dell’energia elettrica.
Tensione e fase richiesta: indicare se si richiede monofase o trifase.
Potenza richiesta (kW): specificare la potenza necessaria per l’impianto.
Recapito telefonico: numero per eventuali comunicazioni da parte del fornitore o distributore.
Recapito email: indirizzo per l’invio di conferme e documentazione digitale.
Documento d’identità dell’intestatario del contratto: per verificare la titolarità dell’utenza.
Eventuale delega con documento d’identità del delegante: se la richiesta viene fatta da un rappresentante.
Partita IVA e visura camerale: obbligatori in caso di società o imprese.
Costi del passaggio da monofase a trifase
La conversione da contatore monofase a contatore trifase implica variazioni nei costi legati all’impianto e alla potenza contrattuale.
Sebbene l’allacciamento del contatore non vari in base al tipo di fase, cambiano le componenti che incidono su bolletta e oneri tecnici.
Segue una tabella comparativa che evidenzia le differenze principali nei costi e negli effetti economici.
Tipo di Impianto
Costo Installazione
Quota Potenza aggiuntiva
Impatto sulla bolletta
Contatore Monofase
Circa 300 €
Minore incremento rispetto al trifase
Incrementi più moderati
Contatore Trifase
Circa 500 €
Quota potenza più elevata (≈ 77,49 €/kW in BT)
Aumento nella quota potenza e nei diritti fissi
Tempistiche per il passaggio a un impianto trifase
Il passaggio da impianto monofase a trifase prevede alcune fasi tecniche e amministrative che coinvolgono sia il fornitore sia il distributore di energia.
Di seguito una sintesi delle principali tappe e dei tempi medi previsti:
Richiesta al fornitore: l’utente invia la domanda di variazione di potenza o di passaggio al trifase (circa 2 giorni).
Gestione da parte del distributore: il distributore riceve la richiesta e organizza l’intervento tecnico (circa 5 giorni).
Installazione del nuovo contatore: in caso di sostituzione del contatore, i tempi possono estendersi fino a circa 20 giorni.
Eventuali indennizzi: in caso di ritardi, sono previsti rimborsi automatici secondo la regolazione ARERA.
Tempistica totale stimata: circa 27 giorni, considerando tutte le fasi principali.
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