Ultima modifica il 15 dicembre 2025 alle ore 10:35

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Con lโarrivo della stagione sciistica, la neve artificiale torna protagonista delle montagne italiane. Mentre le temperature si fanno sempre piรน incerte e la neve naturale scarseggia, cannoni e impianti di innevamento diventano strumenti indispensabili per garantire piste perfette. Tuttavia, dietro lโimmagine scintillante delle localitร turistiche si nasconde un sistema costoso e impattante, sia dal punto di vista economico che ambientale.
Produrre neve artificiale non รจ un processo semplice nรฉ economico. Secondo le analisi piรน recenti, servono tra 1.000 e 3.000 litri dโacqua per coprire un solo metro quadrato di pista. A questi si aggiungono i costi energetici, poichรฉ i cannoni da neve funzionano a temperature sottozero e richiedono grandi quantitร di elettricitร per comprimere aria e acqua. Un impianto medio puรฒ arrivare a consumare quanto un piccolo paese, con spese che oscillano da 10.000 a oltre 100.000 euro a stagione, a seconda dellโestensione delle piste.
Proprio qui entra in gioco un dato che, fuori dagli addetti ai lavori, รจ spesso confuso: il โprezzo della luceโ non รจ uno solo. Oggi il costo dellโenergia elettrica in kWh in Italia si attesta attorno a 0,28 euro/kWh per il cliente domestico tipo, mentre il prezzo medio allโingrosso (PUN Index GME) oscilla intorno a 0,12 euro/kWh. Questi valori influenzano direttamente i bilanci delle localitร sciistiche, che utilizzano enormi quantitร di elettricitร per alimentare i sistemi di innevamento.
Lโimpatto ambientale della neve artificiale รจ una questione complessa e spesso sottovalutata. Lโuso intensivo di acqua e energia contribuisce non solo allโimpoverimento delle risorse idriche, ma anche allโaumento delle emissioni di COโ legate alla produzione e al trasporto.
Secondo diversi studi, lโinnevamento artificiale modifica il microclima locale e altera il suolo, rendendolo piรน compatto e meno fertile. La neve prodotta artificialmente, infatti, รจ piรน densa e si scioglie piรน lentamente, influenzando il naturale ciclo di disgelo e la flora montana.
In questo quadro, capire come funziona il mercato energetico aiuta a leggere meglio anche la โdipendenzaโ delle stazioni sciistiche dallโinnevamento programmato. Per comprendere lโimpatto dei consumi energetici legati agli impianti, รจ utile considerare i dati medi nazionali: in Italia, il consumo medio di luce per una famiglia tipo รจ di circa 2.700 kWh allโanno, mentre il consumo medio di gas domestico si aggira intorno a 1.100 metri cubi (Smc) allโanno. Questi numeri, moltiplicati per le esigenze di una stazione sciistica, spiegano quanto sia pesante lโimpatto energetico complessivo del settore.
Di fronte a un clima che cambia e a stagioni sempre piรน brevi, molte localitร alpine iniziano a interrogarsi sul proprio futuro. Il modello basato esclusivamente sullo sci invernale mostra crepe evidenti. Alcune regioni stanno sperimentando nuove forme di turismo โquattro stagioniโ, puntando su escursioni, benessere e cultura, per rendere le montagne attrattive tutto lโanno e meno dipendenti dalla neve artificiale.
Dentro questa transizione cโรจ anche un tema molto concreto: chi fornisce energia elettrica e gas a famiglie, hotel, impianti e servizi di valle. Lโelenco dei fornitori completo segnala oltre 765 fornitori di elettricitร e circa 481 fornitori di gas attivi. Per confrontare le offerte disponibili sul territorio, lo strumento istituzionale รจ il portale offerte Arera.
La transizione verso un turismo montano piรน sostenibile รจ giร in atto, ma resta complessa. Alcuni comprensori stanno riducendo lโuso della neve artificiale, altri investono in tecnologie piรน efficienti, come i cannoni a basso consumo. Tuttavia, senza una strategia nazionale chiara, il rischio รจ che le montagne italiane restino prigioniere di un modello ormai superato. Il futuro delle nostre vette dipenderร dalla capacitร di coniugare bellezza naturale e responsabilitร ambientale, per continuare a sciare โ ma non a ogni costo.