Cosa sta succedendo nel mercato di luce e gas? Per certo stiamo assistendo ad aumenti vertiginosi dei prezzi, con dirette conseguenze per il portafoglio del cliente finale. Quanto durerà l’inflazione del mercato dell’energia e, soprattutto cosa possono fare le compagnie per tutelare in qualche modo i consumatori?

Di seguito l’esempio di Metano Nord e alcuni spunti di approfondimento sulla questione.

Boom dei prezzi dell’energia: inflazione alle stelle

Dal 1° luglio il costo del metano e dell’energia elettrica sono cresciuti esponenzialmente: si parla cioè di inflazione del mercato dell’energia, intendendo così una minore capacità di acquisto del cliente rispetto al prodotto/servizio.

Le cause sono essenzialmente due: aumento della materia prima e ‘tassa’ sulle emissioni di CO2, come vedremo nell’ultimo capitolo. Le compagnie più reattive stanno provando a reagire per fronteggiare una situazione che alla lunga può avere serie ripercussioni sull’economia reale dei Paesi colpiti, come Italia, Francia e Spagna.

L’intervento dello Stato Italiano

Gli esperti anticipano un aumento dei prezzi dell’elettricità (+40%) e del metano (+30%) nel quarto trimestre. L’aumento internazionale dei prezzi dell’energia iniziato in estate si rifletterà dal 1° ottobre sulle bollette di elettricità e metano.

L’ARERA, l’autorità per l’energia, ha confrontato i costi di fornitura del gas e come ogni tre mesi ha aggiornato le tariffe per il metano e anche per l’elettricità, che in Italia è prodotta principalmente con il gas. Il prossimo aggiornamento tariffario entrerà in vigore il 1° gennaio.

Il primo ministro Draghi si è espresso e ha dichiarato che per mitigare questo esorbitante aumento dei prezzi, l’autorità ha temporaneamente cancellato gli oneri generali di sistema, che pesano sul conto di 2,5 miliardi a trimestre, e ha aumentato il bonus sociale di 500 milioni di euro per le famiglie in maggiore difficoltà economica, grazie a un decreto urgente del governo. Questa decisione dello stato italiano fa seguito a quella da 1,2 miliardi avvenuta a giugno.

L’obiettivo di tale intervento è quello di attutire l’impatto su 29 milioni di famiglie e 6 milioni di microimprese. Per le famiglie con i redditi più bassi, il governo prevede di eliminare gli effetti dell’aumento dei prezzi attraverso un intervento sul premio sociale per l’elettricità (3 milioni di famiglie) e il gas (2,5 milioni di famiglie). 

Metano Nord: un esempio di soluzione alla crisi

Il Gruppo Metano Nord, operativo nel mercato dell’energia dal 1965, è diventato una realtà di riferimento nel commercio energetico nazionale. La missione aziendale è sempre stata quella di offrire servizi di qualità, al fine di posizionarsi in maniera competitiva sul mercato, offrendo tariffe in linea con le esigenze di una clientela eterogenea: famiglie, artigiani, PMI, condomini, professionisti e grandi aziende.

In questo momento così complicato, segnato da un’impennata sia dei prezzi di acquisto della materia prima sia di quelli di gestione, la parola d’ordine di Metano Nord è: flessibilità. Vincolare il cliente a un prezzo fisso, significa non dargli alcuna chance di sfruttare eventuali (auspicabili) ribassi. In pratica, se si applica un contratto a costo fisso, si fornisce un prezzo fuori mercato, per un bene primario come l’energia, per almeno 12 mesi.

Anche il concetto di “green company” è una risposta strategica, sul medio termine, all’inflazione del costo dell’energia. Il Gruppo Metano Nord, infatti, ha come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale e le soluzioni proposte ai clienti, privati e aziende, riservano una speciale attenzione alla tutela dell’ambiente con lo scopo di:

  • ridurre l’impatto ambientale dell’attività, come stabilito dal Protocollo di Kyoto relativamente alle emissioni di CO2 nell’atmosfera;
  • sensibilizzare le persone all’impiego sostenibile delle risorse.

A cosa è dovuta l’inflazione del mercato dell’energia?

Se all’aumento del costo delle materie prime energetiche (+30% il costo del metano in Europa nel secondo trimestre del 2021), si aggiungono costi di gestione lievitati, il conto in bolletta diventa salato anche e soprattutto per i consumatori finali. I quali forse non sanno che su quella bolletta pesa alquanto l’impennata dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, facenti riferimento al sistema UE ETS (Emissions Trading System).

In sostanza tutte le grandi aziende europee, comprese le 1.200 aziende italiane, che operano nel settore energetico, o comunque in settori potenzialmente ‘inquinanti’, devono pagare per le emissioni di anidride carbonica connesse alla loro attività. Più inquini più paghi, secondo il sistema di scambio cap-and-trade in base al quale le emissioni nocive sono calmierate da un massimo e sottoposte a un sistema di autorizzazioni.

Le aziende europee acquistano quote di emissione in base al settore di riferimento. Se un’azienda inquina di più di quanto previsto dovrà comprare altri permessi, aggiungendo quindi un’ulteriore voce di spesa. Se un’azienda è virtuosa e riuscirà a ridurre le emissioni, invece, potrà vendere autorizzazioni con un ritorno anche economico.

Per approfondire la conoscenza di Metano Nord e dei suoi servizi, scelti già da più di 70.000 clienti, clicca qui.

Commenti

bright star bright star bright star bright star grey star

En savoir plus sur notre politique de contrôle, traitement et publication des avis